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Franco Testa e l'arte di spiegare le cose

Marilena Carmellino
nov 13, 2021

Franco, uomo gentile nell’animo, semplice all’apparenza, estremamente onesto e dal pensiero profondo, amico caro.


Se ci penso sei nella mia vita da sempre. 

Ero una ragazzina quando per la prima volta sei entrato con Irvana, Rocco e la nonna nel negozio di mamma, in quel paesino dove tu amavi trascorrere i tuoi momenti liberi e che sempre hai frequentato.

 

Quando arrivavi era bello, obbligo un aperitivo all’Unione con Mariuccia e Zefferino, per me solo acqua allora, poi però ci siamo rifatti nel corso degli anni.


Quante serate insieme nelle nostre case, a volte da Mario dove le miacce non mancavano mai, a raccontarci i nostri pensieri, le nostre esperienze, i nostri desideri, sempre con un buon bicchiere di vino rigorosamente bianco a riscaldare la serata. Che meraviglia starti ad ascoltare. 

Ho imparato tanto da te, avevi il dono di spiegare le cose in maniera semplice, anche le più complesse, non c’era argomento che tu non riuscissi a farmi capire, a volte anche con degli schizzi. Come quella volta che nel raccontarci le nostre esperienze in barca a vela, per la verità le mie molto poche, nostra passione comune, mi hai disegnato varie tipologie di vele. Ho incorniciato quel foglio e ogni volta che lo guardo penso chissà su quale barca sei in questo momento, sicuramente ad ascoltare il movimento del mare con la tua amata cerata che ti protegge dal vento e la pipa tra le labbra che, perso come sei nei tuoi pensieri, ti dimentichi di accendere. Tu uomo di mare, ma anche uomo di montagna, le care montagne della Valsesia.

Franco Testa, Roberto Osti e il porcino gigante

Conosci bene questi paesaggi, al punto da accompagnarmi in luoghi a me sconosciuti, là dove vivo da sempre. 


Ti ricordi quando insieme a Roberto siamo stati a cercare funghi in quel meraviglioso bosco di faggi e ci hai fatto scoprire un passaggio nascosto tra due massi enormi? 


Non è stato facile raggiungere il tuo posto segreto, ma che bellezza quella radura nascosta ricoperta da soffice muschio e quanti funghi. 

Noi raccoglievamo solo porcini, tu di tutto, li conoscevi bene e quante risate perché volevi costringerci ad assaggiarli, non ci sei mai riuscito.


Un pomeriggio ti ho portato una mazza di tamburo che sapevo ti piaceva tanto, il giorno dopo me l’hai restituita sotto forma di disegno, perfetta, identica a quella vera. 


Anche quel disegno è appeso in casa, come tanti altri che mi hai donato nel corso della nostra amicizia.

I tuoi non sono semplici disegni, ma rappresentazioni della natura dalle quali traspirano la tua profonda conoscenza e delicata sensibilità.

Ti ho visto solo una volta profondamente arrabbiato, qualcuno aveva ucciso una biscia pensando fosse una vipera, amavi gli animali, tutti, al punto che quando arrivavi il mio cane scappava per venire da te. Non lo vedevo più sino a quando ripartivi e per giorni sedeva davanti alla tua porta ad aspettarti. Io ero un po' gelosa, ma sapevo bene che stavate bene insieme e che nelle tue passeggiate ti faceva compagnia.


Anche quando salivi al Taragno nella baita di papà. Spesso trascorrevi là il Ferragosto in quella pace assoluta che faceva scordare la mancanza di ogni comodità. Niente acqua, niente illuminazione, solo un camino ed un letto di fieno secco, ma là la città era lontana, eri felice. Sapevo che eri arrivato quando mettevi la candela sulla finestra, era il nostro accordo per sapere che tutto era andato bene. Sono sicura che ora vi state divertendo tu e Zefferino, assolutamente diversi ma entrambi con un cuore d’oro. Vi siete capiti subito. 


E poi che dire della tua cucina, un cuoco bravissimo, la tua zuppa di pesce indimenticabile. Non sei stato contento quando ti ho annunciato di essere diventata vegetariana. E ora che ti cucino? Mi hai detto preoccupato. Ma il cibo era l’ultimo dei pensieri, lo stare insieme era ciò che contava, sapevi ascoltare e le tue risposte erano sempre convincenti e spesso imponevano una riflessione.


Ho l’immagine di te davanti al camino con Leni piccola, abbandonata tra le tue braccia, quanta dolcezza, un nonno apparentemente impacciato, ma orgoglioso e capace di regalare un amore profondo.

Rientravi nella tua Milano con nostalgia e con la speranza di ritornare presto tra quei monti che hai tanto amato. Ora sei qua, quando passo davanti al tuo prato ti sento, aleggia il tuo spirito gentile che sposta le foglie dei vecchi ciliegi e accarezza con dolcezza ogni filo d’erba, ogni fiore che incontra e mi ricorda quanto è stato bello incontrarti, un grande privilegio.


Ciao amico caro.


Il Blog di Franco Testa, Artista

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franco testa disegni preparatori
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Ritrovare e osservare tra i lavori di Franco, che Irvana sta accuratamente ordinando e catalogando, diversi schizzi preparatori per tavole che poi ha completato, mi ha affascinato non meno dei lavori finiti. Spesso lo vedevo quando cominciava a disegnare velocemente una prima traccia di impaginazione, studiando la distribuzione dei pieni e dei vuoti, le proporzioni, l’atteggiamento nel caso di animali e il portamento per le piante; in più riprese, rifacendo in parte o anche daccapo, su carta da fotocopie e su carta da lucido.
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